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martedì 22 novembre 2022

La mia Prima Lezione

Oggi vi racconto una storia di quando, durante il dottorato, venni chiamato a sostituire il mio professore per le esercitazioni di Fisica II a geologia a Milano.
Non ricordo che anno era, il 2005 o il 2006. Bah! Di fatto era la prima volta che mi trovavo davanti a degli studenti universitari. Certo la materia la conoscevo. Il professore mi aveva lasciato tanti esercizi degli scritti degli anni passati da usare nell'esercitazione. Ma fare uno scritto tale quale mi sembrava una grossa perdita di tempo. I ragazzi cadevano all'orale come le foglie d'autunno dagli alberi.

see http://myslu.stlawu.edu/~jmil/physics/labs/104_lab/setup_manual/blackboard/series-parallel-circuits_bboard.shtml

Decisi di fare qualcosa di diverso. Partii scrivendo 3 esercizi lunghi e apparentemente complicati alla lavagna. Dopo 10 minuti di scrittura in completo silenzio... dissi: "bene ora risolviamo questi esercizi: ma state attenti... non è detto che la soluzione sia corretta 😛"
Uno dei ragazzi rispose: "Beh cominciamo bene", gettando rumorosamente la matita sul banco. Lo squadrai e risposti: "Beh, se pensate che il fatto che uno sia dietro ad una cattedra gli impedisca di commettere errori state sbagliando approccio"

Dissi quella frase perché mi era capitato di sentire gli studenti lamentarsi durante gli orali dicendo: "ma professore questo è esattamente quello che lei ha scritto alla lavagna" e lui rispondere: "impossibile: e comunque è evidente che lei non ha capito nulla, bocciato!"

Poi mi misi a risolvere quegli esercizi in maniera frontale. Li avevo pensati tutti perché fossero semplici se usavi la testa per fare delle semplificazioni, ma se li affrontavi in maniera frontale diventavano troppo lunghi da risolvere.

Inizia e l'aula rimase in silenzio... quando, dopo 10 minuti passati a scrivere i primi passaggi su di un circuito elettrico, uno studente mi interruppe dicendo: "scusi professore, ma se facciamo cosi non è più semplice..." sorrisi e rimasi fermo per qualche secondo, poi ripresi lo sguardo severo e mi girai gli dissi: "Davvero? Mi dica cosa dovrei fare..." e inizia a seguire le sue istruzioni. Anche altri intervenirono.
Beh spero di aver lasciato il segno quel giorno... fortunatamente non fui chiamato a fargli gli orali e men che meno a correggere gli scritti. Ma so che all'esame successivo nessuno disse: "ma professore questo è esattamente quello che lei ha scritto alla lavagna"

Approcciarsi all'insegnamento usando la gamification per me significa questo. Riuscire a stimolare i ragazzi su di una cosa. Usare tecniche che catturino la loro attenzione e li portino verso l'argomento trattato... o meglio li portino a usare la testa che sempre hanno applicandola alla materia che magari non amano. Correggere i loro atteggiamenti sbagliati senza fargli la predica.

Certo, essere un buon insegnante non è una cosa che si ha dalla nascita. Quel giorno era la somma di oltre 10 anni di corsi da educatore fatti con la FOM, di 10 anni di oratorio domenicale, oratorio estivo e campeggio. Di oltre 5 anni da catechista. Di decine di libri letti. Ma anche di oltre 15 anni di giochi di ruolo, giochi da tavola.

Vi lascio qualche link da guardare Innanzitutto Davide con il suo Mathsegnale, ma anche La Fisica che ci piace da grande ispirazione

Buona giornata

mercoledì 20 marzo 2019

Il gioco di ruolo è tra i migliori strumenti educativi


Oggi è giunta alla mie orecchie digitali un nuovo articolo che parla del gioco di ruolo come un passatempo pericoloso. L'artefice di questa ennesima accusa al mondo del gioco è il giornalista Andrea Bonzi che scrive sul Resto del Carlino l'articolo "Giochi di Ruolo, una galassia pericolosa".

Per chi legge il mio blog o segue i miei pezzi sulla rivista ioGioco, sa benissimo che la mia passione ludica nasce all'età di 13 anni. Quando per stare vicino ad un amico che aveva avuto una ferita sotto il piede suturata con diversi punti a seguito di un tuffo nelle acque allora strappate all''inquinamento del magico lago d'orta.

Avevo già scritto un pezzo dal titolo "Ma i giochi di ruolo sono pericolosi o è una leggenda urbana?"  nell'ottobre del 2017 che potete rileggere cliccando sul link. Dove racconto come il gioco di ruolo ha influenzato positivamente la vita di un ragazzo di 13 anni, come questo si sia poi trasformato in un progetto educativo prima nel mio oratorio andando a lavorare sul recupero di un gruppo di ragazzi di strada, e poi in una progetto sviluppato in un paio di centri di aggregazione giovanile della mia zona aiutando educatori e ragazzi a trovare un punto di dialogo.

giovedì 14 marzo 2019

Growing Design - politodesignworkshop - 4/8 Marzo 2019


Settimana scorsa ho avuto l'onore di essere parte del team che ha aiutato Marco Alberto Donadoni ed Alessandro Dentis nella realizzazione del Workshop di Growing Design organizzato dal politecnico di Torino.

Assieme a Marco Alberto Donandoni, Carlo Emanuele Lanzavecchia e Luca Borsa abbiamo affrontato la tematica del gioco come strumento di formazione.

Growing Design, ovvero come disegnare giochi per far crescere le persone. Il workshop era organizzato su 4 giornate di lezione e laboratori finalizzati nella realizzazione di un prototipo di gioco da tavola da utilizzare per finalità formative.

sabato 10 giugno 2017

Tuttingioco - il gioco strutturato come strumento educativo

Tuttingioco - l'applicazione del gioco nel trattamento dell'autismo
Tuttingioco: un libro di Gabriele Mari,
prefazione del prof Andrea Canevaro
Vi ricordate Gabriele Mari? Lo abbiamo intervistato nel 2015 quando ci raccontò della sua esperienza sull'uso dei giochi in scatola in una casa circondariale. Nel 2016 abbiamo recensito "raccontami una storia", uno dei giochi di cui è autore.
Qualche tempo fa mi ha contattato per invitarmi a seguire una conferenza presso la cooperativa sociale la pieve su di un tema di estremo interesse: l'utilizzo del gioco con soggetti autistici.
Avrei tanto voluto partecipare ma la lontananza e la sovrapposizione con i miei orari lavorativi non me lo hanno permesso.
Fortunatamente ho potuto acquistare il libro della conferenza: "Tuttingioco: il gioco strutturato come strumento educativo".
Ho divorato il libro e l'ho trovato pieno di spunti interessanti sotto due aspetti: nell'uso del gioco come strumento educativo (sia in soggetti normali che speciali) e nella possibilità di strutturare i materiali di un gioco migliorarne la giocabilità (sia dal punto di vista di game design che sotto l'aspetto di miglioramento dell'esperienza di gioco).

sabato 1 agosto 2015

"Giocare Dentro" esperienze ludiche in carcere!

Oggi vi parlo di un esperienza molto interessante iniziata da Gabriele e Christian in luglio presso la Casa Circondariale di Ravenna all'interno del progetto "Giocare Dentro".
Una volta alla settimana durante il mese di Luglio sono entrarti nelle mura del carcere per far giocare gli "inquilini" del carcere. L'esperienza è promettente e da fine Agosto l'attività dovrebbe riprendere con nuove modalità. L'articolo è scritto benissimo e l'esperienza non fa altro che marcare l'importanza del gioco come strumento educativo. 

Se Educere Ludendo si concentra sull'utilizzo del gioco per bimbi, ragazzi ed adolescenti, esperienze come "Giocare Dentro" mettono in luce la grande importanza del gioco anche in situazioni più difficili e complicate.

Vi consiglio quindi di leggere l'articolo: “Giocare Dentro” - la mia prima volta in carcere   pubblicato sul portale ludico www.gioconomicon.net.

Spero presto di trovare altre esperienze simili e magari progettarne qualcuna in collaborazione con scuole e nella disabilità! Chi volesse collaborare non ha altro da fare che scrivermi!