La mia passione del gioco è nata tanti anni fa quando, a 13-14 anni, iniziai a partecipare alle riunioni del gruppo giochi del mio oratorio. Ogni settimana ci trovavamo in una saletta ad organizzare giochi per i bimbi delle elementari, scegliere la scaletta in modo opportuno, preparare i materiali, allenarsi su come spiegare il gioco. Lentamente, attraverso testi, corsi e l'esperienza ho cercato di capire perché il gioco rivesta un ruolo cosi importante nelle nostre vite.
Per molti il gioco è "solo un cosa per bambini" e continuare a giocare da adulto viene spesso visto come l'eterna voglia di rimanere bambini. Ma posso dirvi che non è cosi! In questo articolo voglio parlarvi di cosa rende il gioco un aspetto fondamentale della nostra esistenza!
Definizione di Gioco
Quando parliamo di gioco stiamo focalizzandoci su un attività che deve avere le seguenti caratteristiche:
- Deve essere spontaneo, ovvero è la persona/giocatore a dover avere l'esigenza di giocare. Il gioco non deve essere mai imposto.
- Deve essere governato da regole precise. Le regole sono quello che trasforma una attività generica in gioco. Le regole servono per definire dei limiti precisi all'interno del quale i giocatori hanno la possibilità di confrontarsi.
- Deve essere un attività limitata nel tempo e nello spazio. Il gioco deve iniziare, finire ed avere un ambiente preciso in cui viene svolto. Questo lo ci permette di separarlo dalla vita.
- Deve essere una attività improduttiva. Il gioco non deve portare benefici immediati, farci guadagnare qualcosa. Questo è quello che lo separa dal lavoro e dallo studio, che, per quanto possano diventare divertenti, sono attività che servono per vivere. Ma questo definisce anche un limite importante al gioco. Occorre stare attenti che il gioco non si trasformi in qualcosa di diverso altrimenti lo si snatura e perde di efficacia.
Mi sono sempre chiesto se il gioco sia una attività caratteristica dei soli bambini, o una attività tipica degli esseri umani. E' bello scoprire come tutti gli esseri viventi abbiano una fase all'interno della propria vita nella quale giocano.
Il gioco nei mammiferi
Tutti i mammiferi giocano durante la loro infanzia. I piccoli simulano alcune attività proprie degli adulti come la caccia o la costruzione della tana. I mammiferi, quindi, praticano naturalmente un gioco di ruolo nella stessa maniera in cui i nostri bimbi emulano la mamma mentre cucina, il dottore mentre fa una visita o il papa mentre costruisce qualcosa (quello che noi chiamiamo gioco simbolico).
L'esempio più evidente di gioco nei mammiferi lo possiamo riscontrare nei felini. Gatti, leoni, tigri e gli altri felini giocano tantissimo mentre sono ancora cuccioli. I giochi preferiti sono la simulazione della caccia e la cattura della preda. Se vi è capitato di avere più di un gattino a casa, noterete come si divertano a fare agguati dietro gli ostacoli. Come simulino il combattimento corpo a corpo senza mai ferirsi realmente. Come giochino con oggetti che possono assomigliare a delle piccole prede.
Mano a mano che i gattini crescono la modalità di gioco cambiano. Inizieranno a cercare prede vere come piccoli topi, lucertole o bisce che verranno sacrificate per "puro divertimento" (o sadismo). A me è capitato più volte di vedere gatti che catturino un topo... lo torturino... lo uccidano senza poi mangiarlo. Siamo tentati di pensare che queste attività sono una vera e propria caccia. Ma se osserviamo bene hanno le stesse caratteristiche del gioco. Innanzi tutto sono attività improduttive, sono limitate nel tempo e nello spazio, sono spontanee e soggette a rituali precisi. La loro attività rientra perfettamente nei parametri del gioco.
Il gioco nei rettili
Sono rimasto un spiazzato quando ho scoperto che anche i rettili giocano. Un esempio ci è dato da un recente studio pubblicato sul national geographic dove alcuni ricercatori hanno individuati 15 differenti giochi che i piccoli di coccodrillo fanno durante la loro infanzia. La maggior parte di questi giochi è legata al mondo acquatico e serve anche a loro per imparare tecniche che utilizzeranno da adulti nell'ambito della caccia e della sopravvivenza.
Il gioco negli insetti
Anche gli insetti giocano, e questo mi ha fatto parecchio riflettere. Ci sono ancora pochi studi pubblicati ma ad esempio sappiamo che api, sin da piccole, iniziando ad emulare le loro sorelle maggiori per imparare la danza delle api. Questa attività è da considerarsi un gioco perché i piccoli non stanno realmente indicando la posizione del polline ma emulano il comportamento delle api adulte al solo fine di apprendere la danza.
Anche le vespe cartonaie giocano! Accade infatti che, durante la primavera, le vespe cartonaie eseguono un rituale di dominazione che serve per la determinazione della scala sociale all'interno dell'alveare. In questo modo la regina attesta il proprio potere.
Il comportamento scompare per tutto il periodo estivo. Con l'arrivo dell'autunno, le future regine iniziano a emulare questo rituale all'interno dell'alveare. Anche questa attività non è funzionale alla vita dell'alveare, è spontanea, ha precise regole di esecuzione ed è limitata nel tempo e nello spazio. Quindi rientra perfettamente nella definizione di gioco. Grazie a questo gioco le future regine apprendono il rituale di dominazione in modo da poterlo utilizzare nella successiva primavera, quando ciascuna regina dovrà gestire il proprio alveare. (link all'articolo delle scienze)
E cosa centra con noi?
Il gioco sembra quindi essere un comportamento naturale di tutte le specie viventi. Attraverso il gioco gli esseri viventi apprendono atteggiamenti/conoscenze che non sono utili nell'immediato, ma verranno utilizzati nell'età adulta.
La maggior parte delle specie limita il gioco nella fase iniziale della propria vita: l'infanzia. Ma l'uomo è una specie molto particolare che protrae questa attività durante tutta la propria vita.
Anni fa lessi "La scimmia nuda", un libro controverso del 1968 nel quale si effettuava uno studio zoologico sulla specie umana. All'interno di questo libro veniva spiegato il concetto di neotenia, una caratteristica di alcune specie animali di mantenere delle caratteristiche fisiche e fisiologiche dell'infanzia anche in età adulta. L'essere umano sembra essere la specie che più di tutte sfrutta questa caratteristica.
In cosa consiste l neotenia nell'essere umano? Il nostro corpo rimane senza peli per la maggior parte della vita mantenendo più a lungo di altre specie l'aspetto nei neonati. Il nostro cranio rimane relativamente più grande di quello della altre specie... e come ben sapete nei nostri bimbi questo è ancora più accentuato. La nostra infanzia non termina con lo svezzamento ma continua per molti più anni di tutte le altre specie presenti sul pianeta.
L'uomo tende a protrarre, sia fisicamente che psicologicamente, la propria infanzia.
Col progredire della nostra società (dall'età della pietra ad oggi) abbiamo inventato l'adolescenza che è un espressione della neotenia. In questo modo abbiamo ampliato a dismisura il tempo a disposizione per apprendere e per giocare. Questo ci permette di sfruttare la capacità del cervello di imparare che in altre specie è tipica dell'infanzia! Nell'uomo l'apprendimento può continuare anche in età avanzata.
In questo scenario, il gioco può ricoprire una ruolo fondamentale nel processo di crescita ed appredimento continuo dell'individuo.
Abbiamo visto molte specie animali utilizzino il gioco come strumento principale di apprendimento. Il gioco è quindi parte integrante della vita di ogni essere vivente.
Il gioco è un potente strumento con il quale possiamo apprendere alcune abilità quando siamo bimbi. Scegliere il gioco giusto da fare con i nostri bimbi è quindi fondamentale per la loro crescita e sviluppo.
Il gioco è anche uno strumento da usare in età adulta per mantenere attiva la nostra capacità di apprendimento di nuove abilità e concetti il più a lungo possibile. E quindi continuiamo a giocare con i nostri figli, e magari giochiamo anche con i nostri amici dopo una bella cena in compagnia!
Ma quindi perché giocare ad ogni età?
Perché giocare è il modo naturale che la natura ha escogitato per apprendere nuove cose. Giocando permettiamo al nostro cervello di confrontarsi con nuove esperienze e situazioni e trovare nuove soluzioni.
Giocare fa parte della nostra natura, ce lo insegnano i nostri bimbi, che senza che nessuno dica a loro cosa fare... giocano, ce lo insegnano gli animali, che lo sfruttano per diventare adulti.
Dobbiamo quindi imparare a lasciarci andare e provare di nuovo a giocare, qualunque età abbiamo.
Il gioco nei mammiferi
Tutti i mammiferi giocano durante la loro infanzia. I piccoli simulano alcune attività proprie degli adulti come la caccia o la costruzione della tana. I mammiferi, quindi, praticano naturalmente un gioco di ruolo nella stessa maniera in cui i nostri bimbi emulano la mamma mentre cucina, il dottore mentre fa una visita o il papa mentre costruisce qualcosa (quello che noi chiamiamo gioco simbolico).
Due piccoli felini che giocano facendosi agguati. |
Mano a mano che i gattini crescono la modalità di gioco cambiano. Inizieranno a cercare prede vere come piccoli topi, lucertole o bisce che verranno sacrificate per "puro divertimento" (o sadismo). A me è capitato più volte di vedere gatti che catturino un topo... lo torturino... lo uccidano senza poi mangiarlo. Siamo tentati di pensare che queste attività sono una vera e propria caccia. Ma se osserviamo bene hanno le stesse caratteristiche del gioco. Innanzi tutto sono attività improduttive, sono limitate nel tempo e nello spazio, sono spontanee e soggette a rituali precisi. La loro attività rientra perfettamente nei parametri del gioco.
Il gioco nei rettili
Sono rimasto un spiazzato quando ho scoperto che anche i rettili giocano. Un esempio ci è dato da un recente studio pubblicato sul national geographic dove alcuni ricercatori hanno individuati 15 differenti giochi che i piccoli di coccodrillo fanno durante la loro infanzia. La maggior parte di questi giochi è legata al mondo acquatico e serve anche a loro per imparare tecniche che utilizzeranno da adulti nell'ambito della caccia e della sopravvivenza.
Un piccolo di coccodrillo che sale sulla schiena di un adulto utilizzandolo come trampolino per i tuffi. |
Anche gli insetti giocano, e questo mi ha fatto parecchio riflettere. Ci sono ancora pochi studi pubblicati ma ad esempio sappiamo che api, sin da piccole, iniziando ad emulare le loro sorelle maggiori per imparare la danza delle api. Questa attività è da considerarsi un gioco perché i piccoli non stanno realmente indicando la posizione del polline ma emulano il comportamento delle api adulte al solo fine di apprendere la danza.
Anche le vespe cartonaie giocano! Accade infatti che, durante la primavera, le vespe cartonaie eseguono un rituale di dominazione che serve per la determinazione della scala sociale all'interno dell'alveare. In questo modo la regina attesta il proprio potere.
Il comportamento scompare per tutto il periodo estivo. Con l'arrivo dell'autunno, le future regine iniziano a emulare questo rituale all'interno dell'alveare. Anche questa attività non è funzionale alla vita dell'alveare, è spontanea, ha precise regole di esecuzione ed è limitata nel tempo e nello spazio. Quindi rientra perfettamente nella definizione di gioco. Grazie a questo gioco le future regine apprendono il rituale di dominazione in modo da poterlo utilizzare nella successiva primavera, quando ciascuna regina dovrà gestire il proprio alveare. (link all'articolo delle scienze)
E cosa centra con noi?
Il gioco sembra quindi essere un comportamento naturale di tutte le specie viventi. Attraverso il gioco gli esseri viventi apprendono atteggiamenti/conoscenze che non sono utili nell'immediato, ma verranno utilizzati nell'età adulta.
La maggior parte delle specie limita il gioco nella fase iniziale della propria vita: l'infanzia. Ma l'uomo è una specie molto particolare che protrae questa attività durante tutta la propria vita.
Anni fa lessi "La scimmia nuda", un libro controverso del 1968 nel quale si effettuava uno studio zoologico sulla specie umana. All'interno di questo libro veniva spiegato il concetto di neotenia, una caratteristica di alcune specie animali di mantenere delle caratteristiche fisiche e fisiologiche dell'infanzia anche in età adulta. L'essere umano sembra essere la specie che più di tutte sfrutta questa caratteristica.
In cosa consiste l neotenia nell'essere umano? Il nostro corpo rimane senza peli per la maggior parte della vita mantenendo più a lungo di altre specie l'aspetto nei neonati. Il nostro cranio rimane relativamente più grande di quello della altre specie... e come ben sapete nei nostri bimbi questo è ancora più accentuato. La nostra infanzia non termina con lo svezzamento ma continua per molti più anni di tutte le altre specie presenti sul pianeta.
L'uomo tende a protrarre, sia fisicamente che psicologicamente, la propria infanzia.
Col progredire della nostra società (dall'età della pietra ad oggi) abbiamo inventato l'adolescenza che è un espressione della neotenia. In questo modo abbiamo ampliato a dismisura il tempo a disposizione per apprendere e per giocare. Questo ci permette di sfruttare la capacità del cervello di imparare che in altre specie è tipica dell'infanzia! Nell'uomo l'apprendimento può continuare anche in età avanzata.
In questo scenario, il gioco può ricoprire una ruolo fondamentale nel processo di crescita ed appredimento continuo dell'individuo.
Abbiamo visto molte specie animali utilizzino il gioco come strumento principale di apprendimento. Il gioco è quindi parte integrante della vita di ogni essere vivente.
Il gioco è un potente strumento con il quale possiamo apprendere alcune abilità quando siamo bimbi. Scegliere il gioco giusto da fare con i nostri bimbi è quindi fondamentale per la loro crescita e sviluppo.
Il gioco è anche uno strumento da usare in età adulta per mantenere attiva la nostra capacità di apprendimento di nuove abilità e concetti il più a lungo possibile. E quindi continuiamo a giocare con i nostri figli, e magari giochiamo anche con i nostri amici dopo una bella cena in compagnia!
Ma quindi perché giocare ad ogni età?
Perché giocare è il modo naturale che la natura ha escogitato per apprendere nuove cose. Giocando permettiamo al nostro cervello di confrontarsi con nuove esperienze e situazioni e trovare nuove soluzioni.
Giocare fa parte della nostra natura, ce lo insegnano i nostri bimbi, che senza che nessuno dica a loro cosa fare... giocano, ce lo insegnano gli animali, che lo sfruttano per diventare adulti.
Dobbiamo quindi imparare a lasciarci andare e provare di nuovo a giocare, qualunque età abbiamo.
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